BENVENUTI NEL MONDO INCANTATO DI "STORIE SOTTO LE STELLE"!
Unisciti a noi sotto le stelle toscane, dove l'aria è profumata di vigneti e antiche storie. Ogni notte, un narratore misterioso svela un mondo dove eroi e esseri magici prendono vita tra i segreti sussurrati dalla natura.
Perfetto per sognatori di tutte le età, le nostre storie sono un viaggio nell'incantevole, ispirando meraviglia e saggezza.
Preparati per un'avventura dove i sogni volano alto. La nostra mongolfiera ti aspetta. Decolliamo nel regno dell'immaginazione!
Welcome to the enchanted World of "Stories Under the Stars"!
Join us under the Tuscan stars, where the air is scented with vineyards and ancient tales. Each night, a mysterious storyteller unveils a world where heroes and magical beings come alive amidst nature's whispered secrets. Perfect for dreamers of all ages, our stories are a journey into the fantastic, inspiring wonder and wisdom.
Get ready for an adventure where dreams soar. Our hot air balloon awaits. Let's take off into the realm of imagination!
Ciascuna storia, al momento, viene scritta e narrata in italiano e in inglese.
La traduzione dall'italiano (la lingua originale) all’inglese e la lettura delle storie sono eseguite con l’uso dell'Intelligenza Artificiale Generativa — che forse ha un tocco di magia... Speriamo abbia fatto un buon lavoro!
Se ti piace, assicurati di dirlo ai tuoi amici, familiari e insegnanti, e iscriviti alla newsletter per rimanere aggiornato. Potrai leggere o ascoltare nuove storie non appena saranno disponibili.
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Each story is currently written and narrated in both Italian and English.
The translation from Italian (the original language) to English and the reading of the stories are performed using Generative Artificial Intelligence — which perhaps has a touch of magic... We hope it has done a good job!
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Three friends, neighbors and very curious, met every afternoon, after finishing their homework, at the playground in their village nestled in the green Tuscan hills. There, sitting on a bench in the middle of the lawn, they plotted how to end the day with fun. Usually, they got up to mischief and sometimes ended up in peculiar situations.
La stagione stava cambiando. I giorni caldi e soleggiati dell’estate avevano lasciato il posto a mattinate d'aria frizzante e fresca, spesso con una coltre di nebbia che iniziava a coprire i campi. Le giornate si accorciavano, e il vento fresco faceva cadere le foglie — gli spazzini con le loro scope non facevano in tempo a raccoglierle, che una ventata più forte ne riportava altrettante.
La Tribù Delle Scarpe Erranti si riunì in assemblea straordinaria; di comune accordo decisero che era arrivato il momento di lasciare le spiagge e riprendere l’avventura prima che arrivassero scure nubi piene di pioggia all’orizzonte.
I Robot sulla Collina
In una luminosa giornata di primavera, dei bambini in gita scolastica passarono nelle vicinanze dell’Osservatorio Sulla Collina. Il grande edificio scintillante era una meraviglia architettonica, con alte torri che svettavano verso il cielo, cupole argentate che brillavano al sole e telescopi giganteschi che spuntavano come occhi curiosi, sempre pronti a esplorare l’universo. Era la prima volta che lo vedevano da vicino e, ai loro occhi, apparve come la meraviglia delle meraviglie.
LA TRIBÚ DELLE SCARPE ERRANTI
Una storia Sotto Le Stelle in quattro parti. Proprio come le stagioni!
L'AVVENTURA ESTIVA
In un grande negozio di abbigliamento del centro cittadino, erano in vendita, fra l’altra merce, delle scarpe sportive un po’ particolari. Oltre ad essere comodissime, simpatiche e di vario colore, di tanto in tanto si scambiavano per divertimento i lacci e i posti dove erano in bella mostra. E, udite udite, parlavano fra di loro.
Un bel giorno, nelle piazze della città di Ciclopoli, si videro dei grandi cartelloni che pubblicizzavano una corsa in bicicletta; tutti potevano partecipare, da zero anni in su. Non c’erano molte informazioni ma si suggeriva agli interessati di rivolgersi all’Associazione Biciclette Con Le Ruote, locata in via dei Manubri Numero Otto, dietro al parco giochi.
I cittadini si informarono. La partenza era prevista per il primo sabato di Giugno dal Piazzale dell’Osservatorio Astronomico, accanto alla Biblioteca Comunale.
On the outskirts of a big city, there lived four little dogs who took a walk around the neighborhood every day to stretch their legs with their owners. They spent the rest of the time on armchairs or lying in the sun in the garden.
In a corner near the wall, behind the house, hidden by a tree, there were some old used and slightly broken objects. One of the dogs, named Tachi, decided to go exploring to see if there was anything interesting and found what seemed to be an old ball — but a bit strange, with a kind of leg.
"What could it be? It looks like a suspicious object!" she thought. "Better call reinforcements immediately. Woof, woof, woof!"
C’era una volta nella cittadina di Carotopoli, un coniglietto in pensione di nome Padellino. Abitava in una casetta in fondo a un grande orto coltivato a verdure.
Una mattina, mentre stava guardando fuori da una finestrella grattandosi il capo, come se avesse un grande problema, vide arrivare sul sentiero tre carote, due costole di sedano, quattro pomodori, una cipolla, una melanzana e una patata che ruzzolava dietro al gruppo. Si dirigevano verso la sua casetta; il sentiero era leggermente in discesa.
"Che meraviglia!" esclamò. "Con queste verdure fresche posso provare a cucinare così non mi annoierò più! Come mai non ci avevo pensato fino ad ora?!”
C'era una volta, un ingegnere, non di oggi ma del domani. Era un bambino che tutte le mattine andava a scuola, ma il pomeriggio, dopo aver fatto i compiti, scappava dietro il giardino di casa, dove c’era un magazzino pieno di attrezzi da lavoro e non solo. Un alone di magia e una luce brillante illuminavano la sua mente di inventore.
Era lì che, nascosto da tutti, liberava la sua fantasia e la passione di progettare e costruire oggetti meccanici.
Era da qualche giorno che aveva notato un orsetto che gironzolava sempre nei paraggi del suo laboratorio segreto e magico, così un pomeriggio lo invitò a entrare. Aveva bisogno di un aiutante e questo orsetto sembrava essere adatto al ruolo.
C'era una volta un castello, ormai abbandonato da tempo, circondato da un grande giardino; solo due giardinieri erano rimasti a curarlo e coltivare i fiori. Le rose, con i loro colori vivaci, brillavano in ogni stagione sul verde dei prati e nelle aiuole. Il castello dominava una vecchia cittadina. In lontananza appariva magnifico, e forse lo era stato.
"Che segreti ci saranno dentro il castello?" si chiedevano le rose.
Una sera, dopo il tramonto, ne parlarono con le lucciole, anch'esse curiosissime per natura.
La Rosa Rossa, che era sempre la più avventurosa del gruppo, si avvicinò sussurrando alle lucciole con voce sicura e vellutata: ”Amiche, che ne dite di un'avventura nel castello stasera?"
Nella scuola elementare per animali domestici di ogni genere, una delle classi più frequentate era quella dei gatti parlanti. Lì c’era un gatto un po’ strano: parlava a saltelli, scriveva le parole al contrario, i numeri capovolti e aveva spesso la testa fra le nuvole.
Tutti dicevano: “Ma quel gatto è mezzo matto!”
Una mattina di primavera, i gatti si erano alzati un’ora prima, perché la maestra, una gattina molto carina, bianca e gialla, avrebbe portato la classe nel parco vicino alla scuola per giocare e fare un picnic. Tutti erano contentissimi e non vedevano l’ora di partire, vestiti eleganti come al solito: chi con un fiocco colorato sulla testa, chi con una cravatta blu, e chi con una sciarpa arancione, ma ognuno con il suo zainetto multicolore.
Babbo Natale amava stare seduto nella veranda, sulla sua sedia a dondolo, al caldo del camino, osservando le vette innevate delle montagne e le nuvole che le decoravano con fantasia ed eleganza.
Sui vetri, i disegni ricamati dal ghiaccio si stavano ormai sciogliendo. Le finestre svelavano con chiarezza l’incantesimo di albe e tramonti con i colori che cambiavano continuamente.
L’inverno stava per finire e Babbo Natale, le renne e i laboriosi Elfi dei Boschi si erano riposati abbastanza dopo il gran lavoro dell'ultime festività. A breve avrebbero dovuto iniziare a riorganizzare le idee prima che arrivasse un altro Dicembre.
In una casetta lassù sulla montagna, vivevano da sempre marito e moglie. Ormai anziani, il loro unico affetto era un cane trovatello che avevano chiamato Biscottino per la forma della sua coda che assomigliava proprio a un biscotto e perché era veramente goloso di dolcetti.
La coppia amava vivere in quel posto isolato, semplice e senza modernità.
L’acqua la prendevano da una fontanella che era davanti alla casetta, un paio di lanterne ad olio facevano l’illuminazione e c’era un bel camino con legna a volontà per cucinare e scaldarsi. Da una vecchia radiolina a pile, che tenevano sul davanzale della finestra, riuscivano a sentire, fra una interferenza e un'altra, le notizie del giorno e un po' di musica.
In qua e là, in un paese che non si sa dove, né quando, in un posto che non c’è, esisteva una piazza incantata. Nel bel mezzo sorgeva una fontana magica con zampilli e giochi d’acqua. Di fronte, si trovava una scuola, circondata da un piccolo giardino con due alberelli e otto vasi di fiori. Sopra la piazza, la chiesa con il suo campanile dominava la scena.
La gelateria “Arcobaleno”, vicino alla fontana, era il posto più amato dai bambini. I loro gelati, serviti in modo spettacolare, volavano tra i tavolini, creando un vivace andirivieni.
Una nonna avanti con gli anni, un po’ svampita, viveva in campagna e, nei giorni di sole come in quelli nuvolosi, andava in giro per boschi e prati; a primavera raccoglieva le fragole e in autunno riempiva un piccolo cestino di funghi da portare a casa.
Un bel giorno di Maggio, camminava canticchiando accompagnata dagli uccellini cinguettanti, che ormai la conoscevano bene e la seguivano nel suo gironzolare.
Cip… Cip… Cip…
“Buon giorno, nonna, dove vai oggi?”
“Buon giorno a voi, amici miei che vivete nel bosco, io vado a passeggiare.”
Nella vastità dell'universo c'era un paese di nome Ficulle. Sembrava normale, ma era volante.
Girando di continuo insieme alla Terra nella Via Lattea, il fine settimana faceva sempre una pausa di una mezz'ora e tutti gli abitanti si mettevano a sedere tranquilli approfittandone per rilassarsi sorseggiando un bel cappuccino schiumante. E poi via, si riparte!
A fine estate, in una cittadina di campagna, la fiera era un evento: la gente si incontrava e bla bla bla... a tutti gli angoli delle strade. La piazza principale era invasa di giostre divertenti ed emozionanti: l'ottovolante, le montagne russe, la ruota panoramica, il giro tondo su cavallini per i più piccini, e altro ancora.
Tre fratellini: una femminuccia con dei boccoli rossi in testa e due maschietti con i capelli dritti; ogni mattina andavano a scuola. Avevano uno zaino di moda dal quale prendevano tutto l'occorrente, ma da ognuno dei tre zaini usciva fuori un giocattolo nuovo. Un bambino di nome Carletto aveva uno zaino sdrucito e scolorito, appena un quadernino, una gomma e un lapis spuntato; quando la maestra se ne accorgeva, lo rimproverava.
Il giardino della casa in via dell’Alveare numero 7, era circondato da un muro e chiuso da un cancello. Un giorno i proprietari con i loro due figli, decisero di rivestire la parte interna del muro con biscotti, miele e marmellata a strati, come se fossero mattoni e cemento; un po’ si squagliava ma pigia pigia il rivestimento era fatto.
Al tramonto, da una finestra, volava all'orizzonte una mongolfiera. Una tazzina di caffè con il suo piattino erano posati su un vecchio tavolino di legno dondolante. Un calamaio con inchiostro colorato e una penna con una lucciola lucente alla coda stavano pronti per narrare storie fantastiche e magiche.