La Nonna Svampita

Ciascuna storia, al momento, viene scritta e narrata in italiano e in inglese.

La traduzione dall'italiano (la lingua originale) all’inglese e la lettura delle storie sono eseguite con l’uso dell'Intelligenza Artificiale Generativa — che forse ha un tocco di magia... Speriamo abbia fatto un buon lavoro!

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Each story is currently written and narrated in both Italian and English.

The translation from Italian (the original language) to English and the reading of the stories are performed using Generative Artificial Intelligence — which perhaps has a touch of magic... We hope it has done a good job!

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LA NONNA SVAMPITA

Una nonna avanti con gli anni, un po’ svampita, viveva in campagna e, nei giorni di sole come in quelli nuvolosi, andava in giro per boschi e prati; a primavera raccoglieva le fragole e in autunno riempiva un piccolo cestino di funghi da portare a casa.

Un bel giorno di Maggio, camminava canticchiando accompagnata dagli uccellini cinguettanti, che ormai la conoscevano bene e la seguivano nel suo gironzolare.

Cip… Cip… Cip…

“Buon giorno, nonna, dove vai oggi?”

“Buon giorno a voi, amici miei che vivete nel bosco, io vado a passeggiare.”

E lei continuava la sua strada sui sentieri, si fermava in qualche spiazzo verde e, a dirla tutta, perdeva l’orientamento. Rimaneva affascinata dalle nuvole che volando cambiavano direzione e forma, e come in un mondo fiabesco, si trasformavano in animali dalle forme più strane, volti fantastici e oggetti misteriosi.

Nel suo girovagare, si ritrovò improvvisamente davanti a una strana costruzione diroccata. Figurarsi se la nonna non si avventurava per andare alla scoperta di quello che poteva nascondere.

Un passerotto chiacchierino che l’aveva seguita cinguettò.

Cip… Cip… Cip…

“Attenta nonna, può essere pericoloso entrare in questo posto abbandonato e a te sconosciuto.”

La nonna fece cenno di sì col capo e continuò determinata verso la costruzione.

Sul davanti c’era un giardinetto d’ingresso, con un cancello a penzoloni e in fondo una porta socchiusa e sgangherata, con sopra una scritta scolorita: Fabbrica della Ceramica. “La cosa si faceva interessante,” pensò la nonna.

Entrata all'interno, le sembrò di sentire delle vocine che bisbigliavano. Curiosa com'era, andò avanti e cosa vide?! Piatti rotti dappertutto, vasi sbeccati, anfore e bricchi senza manico, tazzine in cerca del proprio piattino per stare in piedi. Un vero disastro!

“Ma cosa vi è successo?” domandò la nonna.

Una tazza da tè meno rotta delle altre iniziò a parlare. “Un tempo questa era una fabbrica; gli operai erano così bravi a lavorare e dipingere oggetti di ceramica che li facevano magici. Purtroppo, un giorno sfortunato, un incendio ridusse la fabbrica com’è ora e noi siamo rimasti qua, aspettando che qualcuno ci venisse a salvare, ma è passato così tanto tempo che ormai il nostro destino è segnato.”

La tazza smise di raccontare, sospirando e guardandosi intorno con aria triste.

La nonna, pensierosa, cercava una soluzione. “Chi potrebbe dare una sistemata a questi oggetti?” si domandava. “Ci sarà pure un pronto soccorso per queste ceramiche che hanno bisogno di essere aggiustate!”

All’improvviso, la nonna “svampita” sì, ma decisamente geniale, mise in atto un piano.

Velocemente, prese il telefonino che un suo nipote le aveva donato e che, su suo consiglio, teneva sempre in tasca, e chiamò il Pronto Soccorso.

Dall’altra parte del telefono, una voce professionale chiedeva informazioni e chi era a parlare.

“Io sono una nonna,” spiegò la vecchietta, “e ho bisogno del pronto intervento; mi trovo nel bosco sulla collina ed è successo un grande incidente, c’è una grande confusione e non ci capisco più niente!”

“Come ti troviamo, nonna?” chiese la voce al telefono, preoccupata.

“Non vi preoccupate, manderò due uccellini fantastici, miei amici, che vi faranno strada nel bosco fino a me.” In un attimo, l'ambulanza, con la sirena spiegata, percorse i sentieri impervi e arrivò sul posto.

“Per fortuna che c’erano gli uccellini nonna, altrimenti chi ti trovava?!” disse l'autista scendendo di corsa e pronto per il soccorso. Stavano per caricarla sul lettino, quando lei si mise a strillare: “Ma che siete grulli! Io sono sana; non è mica per me che vi ho chiamati, ma per tutte quelle ceramiche rotte che si trovano dentro la Fabbrica e devono essere aggiustate immediatamente!”

L'autista rimase a bocca aperta e senza parole perché una cosa del genere non gli era mai successa; ma ovviamente capì le buone intenzioni di quella nonna un po’ strana e, considerato che oramai erano arrivati fin lì, la accontentò nell’eseguire quell’incredibile “pronto intervento”.

Ad uno ad uno, quei bellissimi, se pur rotti, oggetti magici furono trasportati in una ceramica specializzata, restaurati e sistemati in un vero museo che tutti, proprio tutti, poterono visitare.

Quando la nonna ricevette la lettera del Museo con la notizia, ne fu felicissima e decise di festeggiare con un bel tè del pomeriggio in giardino. Fu proprio lì, con grande meraviglia, che trovò la tazza da tè della Fabbrica abbandonata ad aspettarla.

Alle 5 esatte del pomeriggio, con un tè bollente nella Tazza Parlante, magicamente, la conversazione continuò... Gli uccellini che accompagnavano la nonna ogni giorno arrivarono giusto in tempo per il tè e quando videro la nonna a chiacchierare con la tazza magica, un gran cinguettio e battito di ali si scatenò nell'aria come applausi. Le nuvole, ed il sole che faceva capolino sopra di loro, avevano seguito tutta l'avventura e, contenti per il lieto fine, salutarono con un gran sorriso la Nonna, svampita sì, ma proprio geniale.


THE ABSENT-MINDED GRANDMOTHER

An elderly, somewhat absent-minded grandmother lived in the countryside. On sunny days as well as cloudy ones, she would wander through woods and meadows. In spring, she gathered strawberries, and in autumn, she filled a small basket with mushrooms to take home.

One beautiful day in May, she walked along, humming, accompanied by chirping birds that knew her well and followed her on her wanderings.

Chirp... Chirp... Chirp...

“Good morning, grandmother, where are you off to today?”

“Good morning to you, my friends who live in the forest, I am going for a walk.”

She continued on her way along the paths, stopping in some green clearings, and, truth be told, losing her bearings. She was captivated by clouds that changed direction and shape as they flew, transforming into animals of strange forms, fantastic faces, and mysterious objects in a fairy-tale world.

During her roaming, she suddenly found herself in front of a strange, dilapidated structure. Imagine if the grandmother didn’t venture to discover what it might hide.

A talkative sparrow that had followed her chirped.

Chirp... Chirp... Chirp...

“Be careful, grandmother, it could be dangerous to enter this abandoned and unknown place.”

The grandmother nodded her head and continued determinedly towards the building.

In front, there was a little entrance garden with a dangling gate and at the end, a half-open, rickety door with a faded sign above it: Ceramic Factory. “This is getting interesting,” thought the grandmother.

Once inside, she seemed to hear whispering voices. As curious as she was, she went forward and what did she see?! Broken plates everywhere, chipped vases, amphorae and pitchers without handles, cups in search of their saucers to stand upright. A real disaster!

“But what happened to you?” asked the grandmother.

A less broken teacup began to speak. “Once, this was a factory; the workers were so skilled at making and painting ceramic objects that they made them magical. Unfortunately, one unlucky day, a fire reduced the factory to what it is now, and we were left here, waiting for someone to come and save us, but so much time has passed that our fate is sealed.”

The teacup stopped talking, sighing and looking around with a sad air.

The grandmother, thoughtful, sought a solution. “Who could fix these objects?” she wondered. “There must be some emergency service for these ceramics that need repairing!”

Suddenly, the “absent-minded” but decidedly ingenious grandmother put a plan into action.

Quickly, she took out the cellphone that her grandson had given her and which, on his advice, she always kept in her pocket, and called the Emergency Service.

On the other end of the phone, a professional voice asked for information and who was speaking.

“I am a grandmother,” explained the old lady, “and I need emergency assistance; I am in the forest on the hill and there has been a big accident, there’s a lot of confusion and I can’t make heads or tails of it!”

“How can we find you, grandmother?” asked the voice on the phone, worried.

“Don’t worry, I will send two fantastic birds, my friends, who will lead you through the forest to me.” In a flash, the ambulance, with its siren blaring, traversed the rough paths and arrived at the site.

“Thank goodness for the birds, grandmother, otherwise who would have found you?!” said the driver, rushing out and ready to help. They were about to load her onto the stretcher when she started yelling: “Are you daft! I am healthy; I didn’t call you for me, but for all those broken ceramics inside the Factory that need to be fixed immediately!”

The driver was dumbfounded and speechless, as he had never encountered such a situation before; but he obviously understood the good intentions of the somewhat strange grandmother and, considering they had already arrived, he obliged her in carrying out that incredible “emergency intervention”.

One by one, those beautiful, albeit broken, magical objects were transported to a specialized ceramics shop, restored, and placed in a real museum that everyone, absolutely everyone, could visit.

When the grandmother received the letter from the Museum with the news, she was overjoyed and decided to celebrate with a lovely afternoon tea in the garden. It was right there, to her great surprise, that she found the teacup from the abandoned Factory waiting for her.

At exactly 5 o'clock in the afternoon, with steaming tea in the Talking Cup, magically, the conversation continued... The birds that accompanied the grandmother every day arrived just in time for tea, and when they saw the grandmother chatting with the magical cup, a great chirping and flapping of wings began to erupt in the air like applause. The clouds, and the sun peeking out above them, had followed the entire adventure and, happy for the happy ending, greeted the Grandmother with a big smile. The absent-minded, yes, but truly ingenious Grandmother.


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