I Robot Sulla Collina

Ciascuna storia, al momento, viene scritta e narrata in italiano e in inglese.

La traduzione dall'italiano (la lingua originale) all’inglese e la lettura delle storie sono eseguite con l’uso dell'Intelligenza Artificiale Generativa — che forse ha un tocco di magia... Speriamo abbia fatto un buon lavoro!

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Each story is currently written and narrated in both Italian and English.

The translation from Italian (the original language) to English and the reading of the stories are performed using Generative Artificial Intelligence — which perhaps has a touch of magic... We hope it has done a good job!

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I Robot sulla Collina

In una luminosa giornata di primavera, dei bambini in gita scolastica passarono nelle vicinanze dell’Osservatorio Sulla Collina. Il grande edificio scintillante era una meraviglia architettonica, con alte torri che svettavano verso il cielo, cupole argentate che brillavano al sole e telescopi giganteschi che spuntavano come occhi curiosi, sempre pronti a esplorare l’universo. Era la prima volta che lo vedevano da vicino e, ai loro occhi, apparve come la meraviglia delle meraviglie.

Rientrati a scuola, i bambini non riuscivano a smettere di pensare a quel luogo misterioso e, durante le rimanenti ore di lezione, alzavano spesso le mani per fare domande. Ma le risposte degli insegnanti erano vaghe e i loro dubbi rimasero irrisolti. A essere sinceri, non è che molti in paese sapessero un granché di quella costruzione. Era lì da così tanto tempo che nessuno ci faceva più caso. Forse c’era sempre stata.

Tra gli studenti di quella classe c’erano un fratello e una sorella, che erano forse un po’ più curiosi degli altri. Tornati a casa, decisero di andare a trovare la nonna che, più spesso che non, sapeva rispondere alle loro domande più strane:
“Nonna, tu che ci racconti sempre delle memorie del passato, e che una giostra e un carillon erano i tuoi giochi più cari, potresti dirci qualcosa del futuro? Quali segreti si nascondono nel cielo? Cosa succede nel grande Osservatorio Sulla Collina?”

La nonna sorrise, e i suoi occhi si illuminarono di un misterioso luccichio. I due nipoti, tra l’altro, erano sicuri che la nonna nascondesse qualche segreto nel suo garage super privato. In effetti, la nonna non era solo appassionata di storie di altri tempi: leggeva tantissimo, ascoltava la radio e spesso, la notte, osservava il cielo con degli attrezzi peculiari. Ed era proprio in cielo che aveva un caro amico, il Mago del Sapere, con cui aveva collaborato spesso in passato per decifrare i misteri dell’universo e del futuro.

Senza esitazione, la nonna decise di chiamarlo via radio, così che fosse lui a rispondere ai suoi curiosi nipoti. Dopo qualche istante, il Mago del Sapere apparve con la sua navicella spaziale scintillante. Fluttuava accanto a lui un libro magico, che si apriva e si chiudeva da solo, rivelando segni strani, antiche formule e segreti.

Il Mago si rivolse ai bambini con un sorriso saggio e disse loro che l’Osservatorio Sulla Collina è aperto a 360° sul mondo, fatto di vetrate dalla visuale infinita, da dove si può studiare l’universo intero. Dei robot, provenienti da pianeti lontani, l’hanno scoperto mentre girovagavano sulla Terra. Per svolgere i loro studi come scienziati astronomi, era il luogo perfetto.

I robot che lo abitavano ed erano al comando del progetto di ricerca avevano nomi particolari:

ASSO, il Robot più bravo ad organizzare le cose, era a capo della spedizione.
CONNI, il Robot esploratore, che era connesso con l’universo e lo comprendeva più di tutti gli altri.
UNO, il Robot genio della matematica, contava le stelle e tutti i corpi celesti volanti, comprese le meteore e le stelle cadenti.
SALUS, il Robot ricercatore e conoscitore del Pianeta Terra, scrutava tutti i suoi abitanti e ogni cambiamento, dagli ecosistemi alla biodiversità.
AUDIO, l’Intelligenza Artificiale che non si vedeva, ma che era responsabile di tutte le comunicazioni spaziali e coordinava le scoperte tra i vari pianeti.

Oltre a spiegare a voce, il Mago del Sapere invitò la nonna e i nipoti a salire a bordo della sua navicella, e insieme fluttuarono lentamente verso l’osservatorio. La gravità sembrava sospesa e tutto intorno a loro brillava di una luce magica.

Il Mago offrì loro dei palloncini colorati che li sollevarono in aria e, dal tetto aperto della navicella, li trasportarono fino ai vetri dell’Osservatorio.

Che meraviglia! C’erano centinaia di attrezzature e tantissimi robot di diverse dimensioni che si muovevano tutti indaffarati. Fra di loro spiccavano per grandezza, forma e colore Asso, Conni, Uno e Salus. Guardavano in alto, sorpresi e meravigliati alla vista dei visitatori, e non sapevano come comportarsi. I bambini inviavano baci e saluti, ma i robot, che non conoscevano l’affetto, si scambiarono solo segnali luminosi e si rimisero a lavorare come di consueto. Chissà quali pensieri avevano e che segreti nascondevano nei loro cervelli elettronici.

Una volta tornati a casa, erano contenti per l’avventura, ma la loro curiosità era cresciuta ancora di più. Il lavoro dei robot sarebbe continuato, ma secondo loro, era necessario che potessero interagire con gli uomini per condividere le loro scoperte e collaborare per un mondo migliore.

I robot che avevano visto dalle vetrate erano di poche parole e troppo presi dai loro incarichi per chiacchierare con loro. Ma forse era proprio quello che non si vedeva che poteva essere la soluzione: AUDIO, l’Intelligenza Artificiale!

Per contattarlo ci voleva un’idea geniale: la radio della nonna poteva essere quello che ci voleva. Ma con qualche modifica. Immediatamente la corredarono con un’antenna e un microfono super potenti. Senza indugi provarono a mettersi in contatto con AUDIO, spiegando la loro idea. Ma nessuna risposta arrivò. Cambiando frequenze, provarono per diverse sere, ma senza fortuna.

Un giorno, la nonna, mentre cucinava spaghetti al pomodoro e basilico, ascoltava notizie sull’universo sintonizzata su una nuova radio locale chiamata Stazione Spaziale. Per caso, ci fu un’interferenza e, fra una forchettata di spaghetti e un’altra, nell’aggiustare la sintonia, intercettò una voce metallica che sembrava voler comunicare con i suoi nipoti. Non c’erano dubbi: capì che la trasmissione arrivava dall’Osservatorio Sulla Collina e che quello era AUDIO!

La nonna informò subito i suoi nipoti e tutti i bambini del paese, che felici si ritrovavano ogni giorno dopo la scuola per parlare con AUDIO. Parlavano un po’ di tutto e, mentre loro imparavano tante cose, altrettanto faceva lui, e così anche gli altri robot, con i quali AUDIO poteva fare da traduttore.

Il tempo passava e tante informazioni e scoperte continuavano ad arrivare dall’Osservatorio. Dopo un anno che si conoscevano, i bambini chiesero ad AUDIO:
“Possiamo festeggiare con una torta con le candeline?”
AUDIO rispose: “Io non ho età e il tempo non fa differenza per me. Poi, per essere sincero, lo zucchero fa male agli ingranaggi. Mangiate voi la torta e fate spegnere le candeline dal vento.”

I bambini sorrisero, comprendendo che la loro curiosità aveva davvero aperto una finestra sul futuro.
“Ecco!” esclamarono di gioia, “AUDIO e i suoi amici sono una delle meraviglie del futuro.”

La nonna, in un giorno di pioggia e sole, tirò fuori dal garage la sua mini navetta spaziale, la mise rapidamente in moto e, dopo una sosta di rifornimento sull’arcobaleno, raggiunse a velocità incredibile il Pianeta della Sapienza per un saluto e un tè delle cinque con l’amico Mago.

Tornò a casa prima del buio e, dopo aver parcheggiato la sua mini navetta spaziale nel garage segreto, si rilassò in giardino. Mentre era seduta sulla sua sedia a dondolo, arrivarono i suoi nipoti, che le chiesero:

“Cosa guardi?”

“Sto osservando il cielo, sai, è affollato di astronauti su navicelle spaziali, alcune dirette verso la Luna, altre verso Marte e persino oltre.”

“Tu la sai lunga, nonna,” le dissero sorridendo. “La giostrina e il carillon erano il tuo passato, ora conosci i segreti del futuro. Brava! E se un giorno volerai di nuovo, faccelo sapere; ti guarderemo insieme ai robot e ai nostri amici. Magari un giorno potremmo venire con te in una delle tue avventure spaziali. Che ne dici, nonna?”

La nonna sorrise e, guardando il cielo stellato, rispose: “Chissà? Un giorno, forse verrete con me!”


Robots on the Hill

On a bright spring day, some schoolchildren on a field trip passed near the Observatory on the Hill. The large, gleaming building was an architectural wonder, with tall towers reaching toward the sky, silver domes shining in the sun, and gigantic telescopes protruding like curious eyes, always ready to explore the universe. It was the first time they had seen it up close, and to their eyes, it appeared as the wonder of wonders.

Back at school, the children couldn't stop thinking about that mysterious place, and during the remaining hours of lessons, they frequently raised their hands to ask questions. But the teachers' answers were vague, and their doubts remained unresolved. To be honest, not many in town knew much about that building. It had been there for so long that no one paid much attention to it anymore. Maybe it had always been there.

Among the students in that class were a brother and sister, who were perhaps a little more curious than the others. When they got home, they decided to visit their grandmother, who, more often than not, knew how to answer their strangest questions: "Grandma, you who always tell us memories of the past, and that a merry-go-round and a music box were your favorite games to play, could you tell us something about the future? What secrets are hidden in the sky? What happens in the great Observatory on the Hill?"

Grandma smiled, and her eyes lit up with a mysterious sparkle. The two grandchildren, by the way, were sure that their grandmother was hiding some secret in her super-private garage. In fact, Grandma wasn't just passionate about stories from the past: she read a lot, listened to the radio, and often, at night, she observed the sky with peculiar tools. And it was in the sky that she had a dear friend, the Wizard of Knowledge, with whom she had often collaborated in the past to decipher the mysteries of the universe and the future.

Without hesitation, Grandma decided to call him on the radio, so that he could answer her curious grandchildren. After a few moments, the Wizard of Knowledge appeared with his shimmering spaceship. Floating next to him was a magical book, which opened and closed on its own, revealing strange symbols, ancient formulas, and secrets.

The Wizard turned to the children with a wise smile and told them that the Observatory on the Hill is open 360° to the world, made of glass windows with an infinite view, from where you can study the entire universe. Some robots, coming from distant planets, discovered it while wandering on Earth. To conduct their studies as astronomer scientists, it was the perfect place.

The robots that lived there and were in charge of the research project had particular names:

ASSO, the Robot best at organizing things, was the head of the expedition.
CONNI, the Explorer Robot, who was connected to the universe and understood it better than anyone else.
UNO, the Math Genius Robot, who counted the stars and all flying celestial bodies, including meteors and shooting stars.
SALUS, the Researcher Robot, who was knowledgeable about Planet Earth, observed all its inhabitants, and tracked every change, from ecosystems to biodiversity.
AUDIO, the Artificial Intelligence that was invisible but responsible for all space communications and coordinated discoveries between the various planets.

After explaining, the Wizard of Knowledge invited Grandma and the grandchildren to board his spaceship, and together they floated slowly toward the observatory. Gravity seemed suspended, and everything around them shone with a magical light.

The Wizard offered them colorful balloons that lifted them into the air, and through the open roof of the spaceship, they were transported to the glass windows of the Observatory.

What a wonder! There were hundreds of instruments and many robots of different sizes, all busy with their tasks. Among them stood out for size, shape, and color, Asso, Conni, Uno, and Salus. They looked up, surprised and amazed at the sight of the visitors, and didn't know how to react. The children sent kisses and greetings, but the robots, who didn't understand affection, exchanged only light signals and went back to work as usual. Who knows what thoughts they had and what secrets they hid in their electronic brains.

Once back home, they were happy about the adventure, but their curiosity had grown even more. The robots' work would continue, but in their opinion, it was necessary for them to interact with humans to share their discoveries and collaborate for a better world.

The robots they had seen through the glass were of few words and too absorbed in their tasks to chat with them. But perhaps what couldn't be seen was the solution: AUDIO, the Artificial Intelligence!

To contact it, they needed a genius idea: Grandma's radio could be what they needed. But it required some changes. They immediately fitted it with super-powerful antenna and microphone. Without hesitation, they tried to get in touch with AUDIO, explaining their idea. But no response came. They changed frequencies and tried for several evenings, but without luck.

One day, Grandma, while cooking spaghetti with tomato and basil, was listening to news about the universe, tuned to a new local radio station called Space Station. By chance, there was an interference and, between one forkful of spaghetti and another, as she adjusted the tuning, she intercepted a metallic voice that seemed to want to communicate with her grandchildren. There was no doubt: she realized that the transmission came from the Observatory on the Hill and that it was AUDIO!

Grandma immediately informed her grandchildren and all the children in town, who happily gathered every day after school to talk to AUDIO. They talked about all sorts of things, and while they were learning a lot, so was he, and so were the other robots, with whom AUDIO could act as a translator.

Time passed, and many pieces of information and discoveries continued to arrive from the observatory. After a year of knowing each other, the children asked AUDIO: "Can we celebrate with a cake with candles?"
AUDIO replied: "I have no age, and time makes no difference to me. Besides, to be honest, sugar is bad for gears. You eat the cake and let the wind blow out the candles."

The children smiled, realizing that their curiosity had truly opened a window to the future.
"Look!" they exclaimed joyfully, "AUDIO and his friends are one of the wonders of the future."

Grandma, on a day of rain and sunshine, took her mini spaceship out of the garage, quickly started it up, and after a refueling stop on the rainbow, reached the Planet of Wisdom at incredible speed for a greeting and afternoon tea with her friend, the Wizard.

She returned home before dark, and after parking her mini spaceship in her secret garage, she relaxed in the garden. While she was sitting in her rocking chair, her grandchildren arrived and asked her:
"What are you looking at?"

"I'm observing the sky, you know, it's crowded with astronauts in spaceships, some headed for the Moon, others for Mars, and even beyond."

"You know a lot, Grandma," they said, smiling. "The merry-go-round and the music box were your past games to play, now you know the secrets of the future. Well done! And if one day you fly again, let us know; we'll watch you along with the robots and our friends. Maybe one day we can join you on one of your space adventures. What do you think, Grandma?"

Grandma smiled, and looking at the starry sky, replied:
"Who knows... maybe one day..."

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