Il Buco Nel Tetto

Ciascuna storia, al momento, viene scritta e narrata in italiano e in inglese.

La traduzione dall'italiano (la lingua originale) all’inglese e la lettura delle storie sono eseguite con l’uso dell'Intelligenza Artificiale Generativa — che forse ha un tocco di magia... Speriamo abbia fatto un buon lavoro!

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Each story is currently written and narrated in both Italian and English.

The translation from Italian (the original language) to English and the reading of the stories are performed using Generative Artificial Intelligence — which perhaps has a touch of magic... We hope it has done a good job!

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Il Buco nel tetto 

C'era una volta, un ingegnere, non di oggi ma del domani. Era un bambino che tutte le mattine andava a scuola, ma il pomeriggio, dopo aver fatto i compiti, scappava dietro il giardino di casa, dove c’era un magazzino pieno di attrezzi da lavoro e non solo. Un alone di magia e una luce brillante illuminavano la sua mente di inventore.

Era lì che, nascosto da tutti, liberava la sua fantasia e la passione di progettare e costruire oggetti meccanici.

Era da qualche giorno che aveva notato un orsetto che gironzolava sempre nei paraggi del suo laboratorio segreto e magico, così un pomeriggio lo invitò a entrare. Aveva bisogno di un aiutante e questo orsetto sembrava essere adatto al ruolo.

“Bene, mi piacerebbe lavorare con te. Mi sembra che tu sia proprio un bravo inventore,” disse l’orsetto Scintilla. “E tu come ti chiami?” chiese sorridendo, rivolgendosi al bambino.

“Io mi chiamo Gabriele e sogno di fare l’ingegnere.”

Da quel momento, felici come non mai, fecero il patto di condividere tutti i loro segreti e fantastiche avventure. Immaginarono di essere inventori di tecnologie sconosciute e piloti coraggiosi alla scoperta di posti mai visitati. Così iniziarono a costruire una macchinina che andava senza benzina! L’orsetto Scintilla passava gli attrezzi a Gabriele e nel frattempo imparava il mestiere. Unirono un pezzo dopo l’altro e, una volta finita, dipinsero la vettura del futuro di un giallo brillante e la misero in giardino, pronta per la partenza.

Nei pomeriggi seguenti, con la loro ingegnosità, fabbricarono un camion dei pompieri che aveva le ruote, la scaletta e il lampeggiante, ma era senza sirena e senza pompa per l’acqua. L’orsetto lo dipinse di un rosso scintillante e pareva proprio funzionante; ma mai fu usato, perché non capitò nessun incendio da spengere.

“Oggi costruiremo un trenino,” disse Gabriele.

In due e due quattro, il trenino era pronto per la partenza: i vagoni erano di legno e panoramici, andava con trazione a molla caricata da una manovella. Una tecnologia mai vista prima! Una volta finito, lo posizionarono in giardino e lo misero in movimento. “Choo! Choooo!” Faceva un passo avanti e uno indietro e per la matematica di uno meno uno fa zero, non si muoveva di lì. Gli alberi del giardino, che non ne potevano più dal ridere, decisero di collaborare e unendo i loro rami, si misero a spingere facendolo girare 3 o 4 volte intorno alla casa.

L’orsetto Scintilla, felice per l’invenzione che avevano collaudato con successo, canticchiava allegramente e fischiettando diceva: “Finalmente ora ci possiamo riposare!”

“Neanche per idea! Dobbiamo costruire la cosa più importante,” si pronunciò Gabriele.

“E che sarebbe?” domandò Scintilla.

“Un aereo! Vroom Vroom, Zoom Zoom… non senti il rumore già nell’aria?”, rispose l’ingegnere del domani.

Scintilla si addormentò comunque, sotto un albero del giardino e Gabriele gli si avvicinò per riposarsi un po' anche lui. Appisolatosi accanto al suo amico, insieme sognarono sogni fantastici, spazi infiniti da sorvolare e un cielo intero da esplorare.

Una volta svegli e riposati, tornarono nel magazzino e, preparati gli attrezzi, si misero all’opera per costruire un aereo un po’ fantasioso: tre eliche davanti e una dietro, due ali che si piegavano e si allargavano come quelle delle aquile, una cabina di pilotaggio con due posti di seduta con bottoni, pulsanti e leve di ogni genere. Ovviamente c’era anche un motore costruito con vecchi pezzi di ricambio trovati qua e là e appariva molto potente. C’era pure il carrello d’atterraggio con le ruote gonfiate.

Gabriele e Scintilla erano soddisfattissimi del loro lavoro, ma si resero conto che non sarebbe stato facile dare inizio al volo, anche perché lo avevano costruito nel magazzino e sopra di loro c’era il soffitto!

Provarono comunque a mettere in movimento l’aereo spingendolo in circolo, ma niente da fare. Posizionarono l’aereo davanti a un ventilatore per farlo alzare con la corrente d’aria, ma niente da fare. Pensa e ripensa, quale magia poteva intervenire per risolvere la situazione?

Allora un pomeriggio decisero di fare un buco nel tetto. In quattro e quattr'otto, inventarono una carrucola e issarono l’aereo fino sul tetto e forse da quell’altezza, avrebbe preso il volo! Magari con un piccolo aiuto dagli abitanti dell’Universo.

Rimasero lassù fino a quando fece buio e con il naso all'insù guardarono la luna e le stelle fare capolino fra le nuvole.

La mattina seguente, tornarono sul tetto di buon'ora, era domenica e non c’era da andare a scuola.

Il sole, sorprendentemente, sembrava essersi fermato sopra di loro.

“Che magica coincidenza!” I due inventori si sbracciarono a più non posso, urlando a squarciagola per farsi notare.

Il sole li notò e si avvicinò tanto da sentire la loro voce. Così Gabriele e Scintilla, con tutto il loro coraggio dissero: “Tu che sei la stella più importante, ci potresti portare in giro per il cielo, nell’aereo che abbiamo appena finito di costruire. Saresti così gentile da aiutarci a prendere il volo dal tetto???” Il sole diventò per un attimo pensieroso, ma sorrise e rispose: “Procuratevi una corda e giratela bene intorno all’aereo. Sarà una bella avventura anche per me.” Fece scendere due raggi di sole, dei più resistenti e calati fino al loro tetto, i due inventori li legarono saldamente alla corda. L’ingegnere del domani e l’orsetto salirono come due razzi sul loro aereo, il sole lo tirò verso l’alto a più non posso, e via nello spazio contenti come due grandi piloti coraggiosi!

Sotto di loro la terra appariva come un pallone gigante in movimento e sospeso nell’universo. Quasi non ci credevano, era bellissima colorata e magica per tutti i suoi abitanti: le piante, gli animali e tutte le persone! Improvvisamente, una nube scura che volava vicino, urtandoli, un colpo, un botto, Bang…Bang…Bang, dondolarono in aria, per poco l’aereo non andò sottosopra. Ma i due bravi piloti ripresero il controllo dell’aereo e videro la nuvola che, a dir poco distratta, cambiò direzione e scusandosi con un inchino, si allontanò per la sua strada.

Nello scontro, l’aereo non aveva mantenuto l’altitudine e si era abbassato abbastanza da vedere un'immensa pianura ed al centro una base spaziale! Gabriele e Scintilla, con meraviglia e stupore, poterono osservare ingegneri, scienziati, e perfino astronauti con le loro futuristiche tute astrali, che andavano avanti e indietro intorno a missili, apparentemente pronti per il lancio. Si stavano sicuramente preparando per una grande missione nello spazio!!!

Sembrava proprio un posto incredibile e affascinante. C’era anche una gigantesca insegna, che catturò la loro attenzione perché diceva: “Scuola per ingegneri con specializzazione in astronomia, scienze spaziali e vita nello spazio.” Gabriele rimase stupito, sorpreso, emozionato e fu in quel preciso momento che pensò che forse un giorno il suo sogno si sarebbe trasformato in realtà.

Gabriele e Scintilla erano immersi nei loro fantastici sogni, che li accompagnarono per tutto il viaggio di ritorno. Durante l’incredibile avventura anche il sole si divertiva ma avvicinandosi l’ora del tramonto, mentre la terra girava, riconobbe in lontananza la casa col buco nel tetto ed il giardino pieno di invenzioni. Così giunto in posizione staccò i raggi luminosi dalle corde di sostegno e l’aereo, accompagnato da un vento gentile, planò dolcemente sul prato con i due viaggiatori, e radioso scomparve all’orizzonte.

Nel frattempo, i genitori di Gabriele erano preoccupati, non lo vedevano da un intero giorno, era sparito, ed anche l’orsetto Scintilla, che ormai tutti conoscevano, non si trovava più. Quando atterrarono tutti volevano sapere dove fossero stati e cosa avessero fatto tutto il giorno, ma l’avventura era stata così magicamente fantastica che, come un grande sogno, per ora doveva rimanere segreta. Forse un giorno, si sarebbe sentito parlare di un grande ingegnere astronauta e del suo orsetto assistente.

Gli anni passarono e la loro macchinina servì alla mamma per i vasi di fiori, mentre le coccinelle e altri insetti ci saltellavano felici sopra, il camion dei pompieri diventò la casa degli scoiattoli che si divertivano a scendere e salire la scaletta. Nel trenino abitarono le lucertole che uscivano quando c’era il sole, e di sera usavano i seggiolini come comodi lettini. L’aereo fu usato per anni come una preziosa scatola di sogni segreti da realizzare. 

Gabriele nello spazio e sulla luna ci è andato per davvero e l’orsetto Scintilla lo ha visto andare in volo nell’universo — la notte con il naso all'insù a guardare il cielo pieno di stelle, dal buco nel tetto.


The Hole in the Roof

Once upon a time, there was an engineer, not of today but of tomorrow. He was a boy who went to school every morning, but in the afternoon, after doing his homework, he would escape to the back of the garden, where there was a shed full of tools and more. A halo of magic and a bright light illuminated his inventor's mind. It was there, hidden from everyone, that he unleashed his imagination and passion for designing and building mechanical objects.

He had noticed a little bear wandering around his secret and magical workshop for some days, so one afternoon, he invited it in. He needed a helper, and this little bear seemed perfect for the role. "Well, I'd like to work with you. You seem like a very good inventor," said Sparky the bear. "And what's your name?" he asked with a smile, turning to the boy. "My name is Gabriele, and I dream of becoming an engineer." From that moment, happier than ever, they made a pact to share all their secrets and fantastic adventures. They imagined themselves as inventors of unknown technologies and brave pilots discovering uncharted places. So, they began to build a car that ran without gasoline! Sparky passed the tools to Gabriele and meanwhile learned the craft. They assembled it piece by piece, and once finished, they painted the future car a bright yellow and placed it in the garden, ready for departure.

In the following afternoons, with their ingenuity, they manufactured a fire truck that had wheels, a ladder, and a flashing light, but no siren or water pump. Sparky painted it a sparkling red, and it looked operational; but it was never used, as no fire broke out to extinguish. "Today, we'll build a train," said Gabriele. Quick as a flash, the train was ready for departure: the cars were made of wood and had panoramic windows, powered by a spring wound with a crank—a technology never seen before! Once finished, they placed it in the garden and set it in motion. "Choo! Choooo!" It moved a step forward and one back, and by the math of one minus one equals zero, it didn't move from there. The garden trees, having laughed enough, decided to collaborate. Joining their branches, they pushed, making it go 3 or 4 times around the house.

Sparky, happy about the invention they had successfully tested, hummed cheerfully and whistled, saying, "Finally, now we can rest!" "Not at all! We have to build the most important thing," Gabriele declared. "And what would that be?" asked Sparky. "A plane!Vroom Vroom, Zoom Zoom... can't you already hear the noise in the air?" replied the engineer of tomorrow. Nonetheless, Sparky fell asleep under a garden tree, and Gabriele approached to rest a bit himself. Dozing off next to his friend, they dreamt fantastic dreams together, of infinite spaces to fly over and an entire sky to explore.

Once awake and rested, they returned to the shed and, tools ready, set to work to build a somewhat fanciful plane: three propellers in front and one behind, two wings that folded and expanded like those of eagles, a cockpit with two seats equipped with buttons, switches, and levers of all kinds. Naturally, there was also an engine built from old spare parts found here and there, looking very powerful. There was even the landing gear with inflated wheels. Gabriele and Sparky were very pleased with their work, but they realized that taking off wouldn't be easy, especially since they had built it in the shed and there was a ceiling above them!

They tried to set the plane in motion by pushing it in a circle, but to no avail. They positioned the plane in front of a fan to lift it with the airflow, but still no luck. Thinking hard, what magic could intervene to solve the situation? Then, one afternoon, they decided to make a hole in the roof. Swiftly, they invented a pulley system and hoisted the plane up to the roof, and perhaps from that height, it would take off! Maybe with a little help from the inhabitants of the Universe. They stayed up there until it got dark, and with their noses up, they watched the moon and stars peek out from the clouds.

The next morning, they returned to the roof early, it was Sunday and there was no school. The sun, surprisingly, seemed to have stopped right above them. "What a magical coincidence!" The two inventors waved their arms as much as possible, shouting at the top of their lungs to get noticed. The sun noticed them and came close enough to hear their voices. So Gabriele and Sparky, with all their courage, said, "You, being the most important star, could you take us for a ride in the sky, in the plane we just finished building. Would you be so kind as to help us take off from the roof???" The sun became thoughtful for a moment, but smiled and replied, "Get a rope and wrap it well around the plane. It will be a nice adventure for me too." It sent down two of its sturdiest sunbeams, lowered to their roof, and the two inventors tied them tightly to the rope. The engineer of tomorrow and the bear climbed like rockets onto their plane, the sun pulled it upwards as hard as it could, and off into space they went, happy as two great, brave pilots! Below them, the earth appeared as a giant moving balloon suspended in the universe. They could hardly believe it; it was beautiful, colorful, and magical for all its inhabitants: plants, animals, and all people! Suddenly, a dark cloud flying nearby, bumping into them, a hit, a bang, Bang…Bang…Bang, they rocked in the air, the plane nearly turned upside down. But the two skilled pilots regained control of the plane and saw the cloud, to say the least distracted, change direction and, apologizing with a bow, went on its way.

In the collision, the plane hadn't maintained its altitude and had lowered enough to see a vast plain and in the center, a space base! Gabriele and Sparky, with wonder and astonishment, could observe engineers, scientists, and even astronauts in their futuristic space suits, moving back and forth around missiles, seemingly ready for launch. They were surely preparing for a grand mission in space!!! It seemed like an incredible and fascinating place. There was also a giant sign that caught their attention because it said: "School for engineers with specialization in astronomy, space sciences, and life in space." Gabriele was amazed, surprised, excited, and it was at that precise moment he thought that maybe one day his dream would come true.

Gabriele and Sparky were immersed in their fantastic dreams, accompanying them throughout the return trip. During the incredible adventure, the sun too had fun, but as the sunset approached, while the earth turned, it recognized in the distance the house with the hole in the roof and the garden full of inventions. So, arriving in position, it detached the luminous beams from the support ropes, and the plane, accompanied by a gentle wind, glided softly onto the lawn with the two travelers, and radiant, disappeared on the horizon. Meanwhile, Gabriele's parents were worried, they hadn't seen him for an entire day, he had disappeared, and even Sparky the bear, now known to everyone, was nowhere to be found. When they landed, everyone wanted to know where they had been and what they had done all day, but the adventure had been so magically fantastic that, like a great dream, for now, it had to remain a secret. Maybe one day, there would be talk of a great astronaut engineer and his bear assistant.

Years passed, and their little car served as a flowerpot holder for mom, while ladybugs and other insects happily hopped on it, the fire truck became the home of squirrels who enjoyed climbing up and down the ladder. In the train lived the lizards that came out when the sun shone, and at night they used the seats as comfortable beds. The plane was used for years as a precious box of secret dreams to be realized. Gabriele did indeed go to space and the moon, and Sparky the bear saw him fly into the universe — at night, with his nose up, looking at the sky full of stars, through the hole in the roof.

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