Pedalando Verso Le Stelle 

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La traduzione dall'italiano (la lingua originale) all’inglese e la lettura delle storie sono eseguite con l’uso dell'Intelligenza Artificiale Generativa — che forse ha un tocco di magia... Speriamo abbia fatto un buon lavoro!

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The translation from Italian (the original language) to English and the reading of the stories are performed using Generative Artificial Intelligence — which perhaps has a touch of magic... We hope it has done a good job!

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Pedalando Verso Le Stelle

Un bel giorno, nelle piazze della città di Ciclopoli, si videro dei grandi cartelloni che pubblicizzavano una corsa in bicicletta; tutti potevano partecipare, da zero anni in su. Non c’erano molte informazioni ma si suggeriva agli interessati di rivolgersi all’Associazione Biciclette Con Le Ruote, locata in via dei Manubri Numero Otto, dietro al parco giochi.

I cittadini si informarono. La partenza era prevista per il primo sabato di Giugno dal Piazzale dell’Osservatorio Astronomico, accanto alla Biblioteca Comunale. L’arrivo era sulla cima della Collina dei Sogni e in premio una stella per tutti coloro che avrebbero tagliato il traguardo.

Le iscrizioni erano già iniziate ed ovviamente erano gratuite per tutti. Molte furono le richieste di partecipazione. Si faceva un gran parlare dell’evento e tutti gli abitanti di Ciclopoli, animali compresi, volevano dare una mano. I volontari certamente non mancavano.

Finalmente il giorno della partenza arrivò e la città si trasformò in una grande festa. Si sentiva un gran chiacchiericcio dai balconi delle case e persino dalla cupola dell’Osservatorio Astronomico, dove alcuni abitanti erano saliti per assistere alla partenza. Gli spettatori da ogni dove incitavano i partecipanti alla gara. Ai tricicli furono legati dei piccoli aquiloni dai colori vivaci per non perdere di vista i ragazzini. Nel parco giochi, dove c’era il teatrino stabile della città, le marionette si affacciarono per guardare a loro volta lo spettacolo; i fili si misero in movimento e un battito di mani riempì l’aria. Le campane delle chiese suonarono a festa. Tutti i partecipanti erano pronti al via con bici, monocicli e tricicli, e tutti insieme formavano un vario e numeroso gruppo. La partenza avvenne nonostante la grande confusione.

Per fortuna, alcuni cerbiatti prestavano servizio lungo il percorso della gara. Avevano un megafono e indossavano una cuffia speciale, che funzionava con trasmissione vocale per comunicare fra di loro. Delle nuvolette a spasso nel cielo sereno facevano da assistenti di gara volanti disegnando delle frecce che indicavano la strada ai corridori ad ogni incrocio.

Poco dopo la partenza, un cerbiatto prese il megafono: “Attenzione, attenzione, il nonno con la giacca verde ha bucato.” Tutti si fermarono ad aspettare che la ruota fosse riparata. Poco dopo un secondo cerbiatto: “Fermi tutti! Il ragazzino con i pantaloncini gialli deve fare la pipì.” Un’altra mini fermata e poco più avanti la prima sosta di rifornimento. Panini, dolcetti e frutta erano già pronti per essere distribuiti e tutti erano in fila per rifocillarsi. Dei fiori dal gambo lungo che indossavano grembiuli multicolore servivano i ciclisti man mano che arrivavano. Dopo un gran mangia e bevi si ripartì di gran carriera.

Un piccolo leprotto stava correndo fra i cespugli ai bordi della strada, ed ecco che un ragazzino con la maglietta viola, curioso com'era, uscì dal percorso di gara, per inseguirlo. Il cerbiatto nelle vicinanze prese il suo megafono: “Nuova comunicazione! Stop, fermi tutti, un ciclista è andato al di fuori del percorso,” si affrettò a raggiungerlo e lo riaccompagnò sulla strada. Di nuovo tutti in sella. Pedala, pedala, giunsero al grande Prato Della Felicità pieno di fiori dove i nonni si persero dietro le farfalle e i bambini si sdraiarono a riposare. Il tempo passava. “Corriamo, corriamo, la cima è ancora lontana.” dissero i nonni. Gufi, marmotte, scoiattoli e martore iniziarono a seguire i corridori incitandoli. Intanto, il cerbiatto in avanscoperta: “Aiuto, la nonna con la gonna rosa è caduta,” ma per fortuna niente di rotto e la corsa riprese spedita.

I ciclisti più veloci arrivarono contenti per primi in vetta alla Collina Dei Sogni nel primo pomeriggio. Il resto del gruppo giunse al tramonto, quando faceva già buio. Era più tardi del previsto e a quel punto non si poteva tornare in città. Come potevano passare la notte lassù? Non avevano rifornimenti e tantomeno coperte e sacchi a pelo. Gli animali che erano al loro seguito capirono il problema, e dal casolare più vicino procurarono latte e formaggio per tutti. Mangiarono in abbondanza e stanchi, si sdraiarono sul prato intorno alla cima dopo aver parcheggiato le biciclette. Era un po' freschino. Nell’aria notturna un grande brusio. Le stelle stavano decidendo il da farsi. Si presero per mano e trasformarono il cielo in una grande coperta. Che meraviglia, un tepore avvolse tutti i ciclisti che si addormentarono.

Improvvisamente, mentre tutto sembrava tranquillo, prima un lampo, poi un tuono e un soffio potente come provocato dal respiro di un gigante dall’alto della collina. Niente paura, è solo l’allarme antifurto automatico per svegliare i ciclisti addormentati. Svegli e con le orecchie ben tese ad ascoltare, sentirono uno strano tintinnio che proveniva dal parcheggio gratis dietro la curva. Questo creò uno scompiglio tra i partecipanti alla gara che saltarono in piedi e corsero verso il parcheggio facendo in tempo a vedere delle gazze ladre, ma proprio ladre davvero: ladre di biciclette. Avevano infatti appena rubato loro molti pezzi: bulloni, campanelli, catene, manubri, cerchi e raggi, portandoli via in volo.

“Che disastro! E adesso che facciamo?

I cerbiatti non si persero d’animo e con i loro potenti mezzi a disposizione inviarono un S.O.S. a un anziano falegname, e anche fabbro del villaggio vicino. Ricevuto il segnale, non esitò un istante e partì per il soccorso con la sirena accesa sul suo furgoncino da lavoro. Prima dell’alba tutte le biciclette, monocicli e tricicli di ogni sorta erano stati con destrezza e velocità riparati — al meglio che la situazione permetteva. Ma fatto sta che dal primo all’ultimo i ciclisti poterono ripartire alla volta di Ciclopoli. I loro mezzi rimessi come fosse possibile, saltellando e zoppicando in qua e là andavano giù per la discesa e tutti ridevano a crepapelle.

Che gran divertimento! Ognuno portava con sé il premio promesso in ricordo della gara ciclistica sulla Collina Dei Sogni: una stella luccicante ed anche un pezzetto della coperta fatta di cielo della notte precedente.

E le Gazze Ladre? Beh, da anni stavano lavorando alla costruzione delle loro biciclette e la gara con pernottamento sulla collina offrì loro un’opportunità da non perdere. Le loro bici furono completate e quella sera stessa, vennero viste pedalare verso il tramonto e sparire all’orizzonte.


Pedaling Towards the Stars

One fine day, in the squares of the city of Ciclopoli, large billboards appeared advertising a bicycle race; everyone could participate, from zero years and up. There wasn’t much information, but it suggested that those interested should contact the Association of Bicycles with Wheels, located at Via dei Manubri Number Eight, behind the playground. The citizens got informed. The start was scheduled for the first Saturday of June from the Piazzale of the Astronomical Observatory, next to the Municipal Library. The finish line was at the top of the Hill of Dreams, and the prize was a star for everyone who crossed the finish line. Registrations had already started and, of course, were free for everyone. Many requests for participation were received.

There was a lot of talk about the event, and all the inhabitants of Ciclopoli, including animals, wanted to lend a hand. Volunteers were certainly not lacking. Finally, the day of departure arrived, and the city turned into a great festival. There was a lot of chatter from the balconies of the houses and even from the dome of the Astronomical Observatory, where some inhabitants had climbed to watch the start. Spectators from everywhere cheered on the race participants.

Kites in bright colors were tied to the tricycles to keep an eye on the kids. In the playground, where the city's permanent puppet theater was located, the puppets peeked out to watch the show themselves; the strings moved, and a round of applause filled the air. The church bells rang in celebration. All the participants were ready at the start with bikes, unicycles, and tricycles, and all together they formed a varied and numerous group.

The start took place despite the great confusion. Fortunately, some fawns were on duty along the race route. They had a megaphone and wore special headphones, which worked with voice transmission to communicate with each other. Little clouds in the clear sky acted as flying race assistants, drawing arrows to indicate the path to the runners at each intersection.

Shortly after the start, a fawn took the megaphone: “Attention, attention, the grandfather with the green jacket has a flat tire.” Everyone stopped to wait for the tire to be repaired. Shortly after, a second fawn: “Everyone stop! The kid in the yellow shorts needs to pee.” Another brief stop and a little further ahead, the first refreshment stop. Sandwiches, sweets, and fruit were already ready to be distributed, and everyone lined up to refresh themselves. Tall-stemmed flowers wearing multicolored aprons served the cyclists as they arrived. After a great feast, they set off at full speed again. A small hare was running among the bushes at the edge of the road, and a boy in a purple shirt, curious as he was, left the race course to chase it. The nearby fawn took his megaphone: “New communication! Stop, everyone, a cyclist has gone off course,” he hurried to reach him and brought him back to the road. Everyone back on the saddle.

Pedaling, pedaling, they reached the great Field of Happiness full of flowers where the grandparents got lost chasing butterflies and the children lay down to rest. Time was passing. “Let's hurry, let's hurry, the top is still far away,” said the grandparents. Owls, marmots, squirrels, and martens began to follow the runners, cheering them on. Meanwhile, the fawn on the lookout: “Help, the grandmother with the pink skirt has fallen,” but fortunately nothing was broken, and the race resumed quickly.

The fastest cyclists happily reached the top of the Hill of Dreams in the early afternoon. The rest of the group arrived at sunset when it was already dark. It was later than expected, and at that point, they couldn't return to the city. How could they spend the night up there? They had no supplies, let alone blankets and sleeping bags. The animals following them understood the problem, and from the nearest farmhouse, they procured milk and cheese for everyone. They ate abundantly and, tired, lay down on the grass around the top after parking their bicycles. It was a bit chilly. In the night air, there was a great buzz. The stars were deciding what to do. They held hands and transformed the sky into a great blanket. How wonderful, a great warmth enveloped all the cyclists who fell asleep.

Suddenly, while everything seemed calm, first a flash, then a thunder, and a powerful breath as if caused by the breath of a giant from the top of the hill. No fear, it was just the automatic anti-theft alarm to wake the sleeping cyclists. Awake and with their ears well-tuned to listen, they heard a strange tinkling coming from the free parking lot around the curve. This caused a commotion among the race participants, who jumped to their feet and ran towards the parking lot just in time to see some magpies, some real thieves: bicycle thieves. They had just stolen many parts: bolts, bells, chains, handlebars, rims, and spokes, carrying them away in flight.

“What a disaster! And now what do we do?” The fawns did not lose heart and with their powerful means available, they sent an S.O.S. to an elderly carpenter, who was also a blacksmith in the nearby village. Received the signal, he didn't hesitate for a moment and left for the rescue with the siren on his work van. Before dawn, all the bicycles, unicycles, and tricycles of every kind had been skillfully and quickly repaired — as best as the situation allowed. But the fact is that from the first to the last, the cyclists were able to set off again towards Ciclopoli. Their means fixed as much as possible, hopping and limping here and there, they went down the descent, and everyone was laughing their heads off.

What great fun! Each one carried with them the promised prize in memory of the cycling race on the Hill of Dreams: a shining star and even a piece of the blanket made of the sky from the previous night.

And the Magpies?

Well, they had been working for years on building their bicycles, and the race with an overnight stay on the hill offered them an opportunity not to be missed. Their bikes were completed, and that very evening, they were seen pedaling towards the sunset and disappearing on the horizon.

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